‘isola di Santa Maria delle Grazie: nell’immagine si può notare la notevole vicinanza con la Giudecca, l’isola di San Giorgio e Venezia.
L’isola è conosciuta con vari nomi: Santa Maria della Cavana o della Grazia, la Grazia, Santa Maria delle Grazie o ancora Isola delle Grazie; ha una superficie di quattro ettari ed è un’isola artificiale, sorta nel medioevo grazie all’allora abitudine di scaricare, presso il luogo in cui sorge, i detriti di Venezia. A seguito di nostre ricerche, a fine 2017 non vi sono residenti.
Nel 1264 ha iniziato ad ospitare in un ricovero i pellegrini diretti in Terrasanta, successivamente trasformato in convento dalla confraternita di San Girolamo di Fiesole, il suo nome da una leggenda secondo la quale alcuni marinai, che rientravano da Costantinopoli portando un ritratto della Vergine Maria, ebbero una visione che comunicò loro la volontà divina di dare al ritratto dimora sull’isola, dalla confraternita il convento passò successivamente alle suore Cappuccine.
Dal XVII secolo e fino alla fine della Repubblica era il punto di partenza dei pellegrini che ogni anno, il 17 luglio, salpavano al tramonto e con grande festa per recarsi ad Assisi, questo può essere considerato il periodo di maggiore splendore dell’isola: la chiesa venne ornata di opere di vari pittori famosi quali Tintoretto, Veronese e Longhi.
L’isola-monastero di Santa Maria delle Grazie, dopo la soppressione nel 1810 dell’ultima congregazione religiosa che la custodiva e animava, ebbe inizialmente destinazione militare; gli edifici religiosi vennero secolarizzati da Napoleone e sotto il suo dominio divenne una zona militare, ma gli edifici furono distrutti quando, nel 1849, esplose la polveriera.
Dopo l’annessione nel 1866 di Venezia e del Veneto al Regno d’Italia sabaudo, l’isola iniziò ad avere destinazioni diversificate; alla fine dell’Ottocento fu costruito un ospedale pneumotisiologico e per le cure delle malattie infettive che ha svolto le sue funzioni fino a pochi anni fa : gli elevati costi per mantenere in efficienza il piccolo ospedale insulare hanno decretato il graduale smantellamento e il definitivo abbandono.
Oggi ospita una rigogliosa vegetazione e sussistono in loco significative preesistenze di interesse storico-artistico, e due caratteristiche cavane per il ricovero dei natanti; in attesa di rinnovati utilizzi, ora l’isola di Santa Maria della Grazia è stata ceduta alla Giesse Investment dell’imprenditrice trevigiana Giovanna Stefanel, che progetta di trasformarla in un resort esclusivo.