Lazzaretto Vecchio

 

L’isola del Lazzaretto Vecchio, primo luogo al mondo di isolamento e cura delle malattie infettive (peste). Dalla fusione del nome “Nazareth” (sull’isola sorgeva una chiesa dedicata a Santa Maria di Nazareth) e “Lazzaro” (San Lazzaro, patrono degli appestati) nacque il nome Lazzaretto divenuto di uso comune in tutto il mondo.

 

 

Quest’isola di 2,5 ettari è situata nelle immediate vicinanze del Lido di Venezia, più precisamente nella zona di “Città Giardino”, fu abitata inizialmente dai Padri Eremitani, che vi avevano eretto una chiesa consacrata a Santa Maria di Nazareth ed un ricovero per i pellegrini che andavano o tornavano dalla Terrasanta (1249), nella prima metà del 1400, quando l’isola iniziò ad ospitare un ospedale per la cura degli appestati, divenne il primo Lazzaretto al mondo! Sembra che il termine lazzaretto derivi proprio dalla chiesa di Santa Maria di Nazareth, con sovrapposizione del nome del patrono degli appestati, San Lazzaro.

L’isola ospitava anche gli ammalati che, sospettati di essere contagiati, erano stati visitati nella nuova costruzione del Lazzaretto Nuovo, già allora, l’isola era divisa in due da un canale, attraversato da un ponte: nella porzione più piccola vi erano un deposito di polvere da sparo ed un alloggio per i soldati di guardia; in quella maggiore, a forma di rettangolo, era situato l’ospedale vero e proprio, che aveva ormai inglobato l’insediamento monastico preesistente, inizialmente integrato con baracche e capannoni in legname, gradualmente sostituiti da edifici in muratura.

Dal 1846 al 1965 l’isola, come molte altre, passò alle autorità militari, prima austriache e poi italiane, durante questo periodo vennero demolite le due ali del chiostro, la chiesa e il campanile, il parlatorio e altri edifici. Successivamente, Lazzaretto Vecchio fu dato in concessione dal Comune di Venezia ad un gruppo cinofilo, per ospitare un ricovero per cani randagi.

Nel primo decennio degli anni 2000, l’isola è stata oggetto di importanti interventi di recupero, sia di salvaguardia che in previsione dell’allestimento del “Museo della Città e della Laguna di Venezia”: un progetto tutt’oggi irrealizzato a causa della mancanza di fondi; gli scavi effettuati durante le opere di recupero e conservazione hanno portato alla luce sia delle fosse singole che comuni: sono stati oltre 1.500 gli scheletri di appestati rinvenuti ed esumati.

Dal settembre 2013 la Soprintendenza Archeologica del Veneto ha attivato un protocollo d’intesa per servizio di vigilanza, visita pubblica e piccole manutenzioni in collaborazione con l’Archeoclub di Venezia; grazie ai volontari e ad un significativo passaparola, l’isola viene aperta con cadenza mensile e in occasioni particolari che, nel corso dell’anno, portano in visita migliaia di persone. Non vi sono residenti al 31.12.2017.