Sopralluogo all’Isola dei Laghi dei consiglieri comunali per i lavori del progetto Life Vimine con fondi europe.
VENEZIA. Proteggere dall’erosione le barene della laguna nord e contemporaneamente tutelarne anche la flora e la fauna, a cominciare da quella dell’Isola dei Laghi di fronte a Torcello, dove esiste una colonia di Ibis, ma sono presenti anche fenicotteri rosa, volpoche, fischioni e anche altri tipi di uccelli acquatici. È l’obiettivo del progetto “Life Vimine”, promosso dal Laboratorio di Analisi dei sistemi ambientali dell’Università di Padova (in collaborazione con Comune di Venezia, consorzio Bonifica acque risorgive, Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche per il Veneto, Trentino e Friuli, Agenda 21 Srl, Foundation for Sustainable Development, Selc) con l’obiettivo di proteggere appunto dall’erosione le barene e le paludi più interne della laguna nord utilizzando materiale naturale.
Proprio in questi giorni la Quinta Commissione consiliare di Ca’ Farsetti ha svolto una visita alle aree della laguna nord in cui sono stati realizzati gli interventi del progetto. Nello specifico il Progetto “Life Vimine” si articola in 95 ettari di barene e 258 di velme protetti, grazie alla posa di 4000 fascine e all’infissione in acqua di 11 mila pali, con 500 metri quadri di ripascimenti con sedimento. Il progetto ha avuto una durata di 48 mesi dal 2013 al 2017, coinvolgendo otto partner e disponendo di un budget di poco superiore ai due milioni di euro, finanziato al 69% dall’Unione Europea con fondi “LIFE+Natura” per la rete Natura 2000. E ora l’Università di Padova – come è emerso nel sopralluogo compiuto in laguna dai consiglieri comunali – chiede al Comune di creare un laboratorio fisso sull’isola dei laghi, proprio per studiare le presenze e le trasformazioni idrogeologiche di quest’area preziosa dal punto di vista ambientale.
Il sopralluogo – ha spiegato la presidente della V Commissione consiliare Lorenza Lavini – è nato da un preciso invito fattoci dal laboratorio Lasa dell’Università di Padova per verificare i molteplici aspetti di Life Vimine. I consiglieri hanno potuto constatare di persona la qualità e le prerogative di questo progetto di ingegneria naturalistica (che ha peraltro ottenuto una menzione nell’ambito della recente Giornata Nazionale del Paesaggio), confrontandosi con i vari soggetti che vi hanno operato, in primis con i pescatori della cooperativa dell’isola di Burano che hanno messo a disposizione la loro profonda conoscenza delle aree di barena».
La speranza – espressa anche dal consigliere Delegato alle isole Alessandro Scarpa “Marta” è che questa opera di manutenzione ambientale, sempre con fondi europei, venga estesa anche alla laguna sud. Per proteggere dall’erosione i margini delle barene più interne e confinate, habitat per loro stessa natura difficilmente accessibili ai classici mezzi utilizzati per fare interventi di contrasto dell’erosione, si è deciso con qyesto progetto di usare tecniche di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale come fascine (rami legati assieme e avvolti con reti di materiale vegetale), refluimento di sedimenti, trapianto delle zolle vegetate distaccate dalle barene a causa del moto ondoso, e sperimentare piccole barriere frangionda e pennelli sempre in materiale ligneo.
ENRICO TANTUCCI
La Nuova Venezia – 25 giugno 2017
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